lunedì 17 novembre 2008

Vicini assassini


Se questo fosse un racconto si intitolerebbe: "Nel mio palazzo"
Nel mio palazzo abita gente di cultura bassa, anzi: bassissima. Gente che lascia la busta con i pannolini e gli avanzi di cibo maleodoranti fuori la porta per ore. Poi non parliamo del casino, magari quando voglio riposarmi, di pomeriggio. Oppure voglio fare l'amore, perché per me la libido sale solo di pomeriggio. No, impossibile, perché c'è mia suocera che: o parla al telefono, anzi urla al telefono, oppure urla al nipotino di fare il bravo. Non fa silenzio neppure quando è sola e non è al telefono. Assurdo. Eppure ancora non ho avuto istinti omicidi. Anche quando sento il casino sulle scale e penso che tra poco si sveglia mio figlio piccolo. No, l'ignoranza di queste persone supera di gran lunga ogni qualsiasi immaginazione, mi posso abbassare al loro livello? No, resterebbe come unica soluzione andarsene. Ma non posso, almeno non per ora. E allora? Con questo non voglio assolutamente giustificare Olindo Romano e Rosa Bazzi, quegli esseri orrendi, che mi fanno paura solo a vederli di sfuggita ritratti in qualche foto sul giornale o in tv. Che sono stati capaci di sgozzare un bimbo piccolissimo come mia zia faceva con i polli quando ero piccola. Povere bestie. Però, erano polli, era il loro destino. Quegli assassini pagheranno per le loro colpe, non abbastanza ma, se non altro, saranno in prigione. E chi pagherà invece per aver inventato gli ambienti in comune? I palazzi? Come si fa a non capire che questo tipo di urbanistica ci porterà, chi più chi meno ad essere dei futuri vicini di Erba? Immagino che la mia idea di abitazione sia quanto meno utopistica. Ma a sentire il numero crescente di cause in corso per controversie tra vicini direi, non troppo peregrina.

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